Scheda completa dell'agente cancerogeno
Per l'agente selezionato la scheda riporta una serie di informazioni sintetiche relative a:
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Scheda completa della CLASSE di agenti cancerogeni
La CLASSE raggruppa agenti chimici con proprietà chimiche e fisiche simili destinati, nella maggior parte dei casi, agli stessi usi industriali. Per la CLASSE selezionata la scheda riporta una serie di informazioni sintetiche relative a:
CLASSIFICAZIONE IARC
In questa sezione è riportata la classificazione di cancerogenicità attribuita dallAgenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro.
La valutazione della IARC à basata sull'evidenza di cancerogenicità sull'uomo, ove siano disponibili dati epidemiologici, e sugli animali da esperimento, valutate separatamente.
In particolare sono definite 5 categorie:
Per maggiori dettagli è possibile consultare il documento IARC "Preamble to the IARC Monographs" (HTML) (PDF) che descrive gli obiettivi, i principi e le procedure utilizzate nello sviluppo di una Monografia e le tipologie di evidenze scientifiche considerate e dei criteri che guidano le valutazioni.
CLASSIFICAZIONE CE (CLP n. 1272/2008)
Il 20 gennaio 2009 ' entrato in vigore negli Stati membri il "REGOLAMENTO (CE) N. 1272/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006" (CLP - Classification, labelling and packaging). Il nuovo Regolamento è una revisione ed un aggiornamento del sistema di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici, basato sulle direttive 67/548/CEE sulle sostanze pericolose e 1999/45/CE sui preparati pericolosi. Il Regolamento riprende i principi del Globally Harmonized System (GHS) definito dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite indirizzato verso una classificazione ed etichettatura armonizzate a livello mondiale. Il Regolamento si riferisce a tutte le sostanze chimiche e le miscele, anche ai biocidi e gli antiparassitari, che dovranno quindi essere classificati ed etichettati secondo i nuovi criteri. Prevede che le sostanze siano riclassificate e rietichettate entro il 1° dicembre 2010 e le miscele entro il 1° giugno 2015. A partire da questa data il sistema CLP diventerà completamente obbligatorio e saranno abrogate le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE. Gli obblighi cui occorre adempiere entro tali date, comprese le modifiche delle schede di dati di sicurezza, e il loro rapporto con i termini del regolamento REACH, sono illustrati nella figura di seguito riportata.
CLASSIFICAZIONE CE (dir. 67/548)
In questa sezione è riferita la classificazione di cancerogenicità attribuita dalla Comunit à Europea
La CE ha adottato, con la direttiva 91/325 una distinzione in tre categorie:
Categoria 1: sostanze note per gli effetti cancerogeni sull'uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l'esposizione dell'uomo ad una sostanza e lo sviluppo di tumori;
Categoria 2: sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l'uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l'esposizione dell'uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di:
Categoria 3: sostanze da considerare con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull'uomo per le quali tuttavia le informazioni disponibili sono sufficienti per procedere ad una valutazione sufficiente. Esistono prove ottenute da adeguati studi su animali che non bastano tuttavia per classificare la sostanza in categoria 2.
Per le sostanze appartenenti alla categoria 1 e 2 si usa il simbolo T e la frase di rischio R45 "può provocare il cancro". Si usa la frase R49 "può provocare il cancro per inalazione" qualora la sostanza sia cancerogena soltanto se inalata.
Le sostanze della categoria 3 vengono indicate con il simbolo Xn e la frase R 40 "può provocare effetti irreversibili. Elenco delle frasi di rischio Elenco dei consigli di prudenza Simboli ed indicazioni di pericolo
Valori Limite di Soglia (ACGIH)
In questa sezione vengono riportati i valori limite di esposizione in ambiente di lavoro stabiliti dall' American Conference of Governmental Industrial Hygienists.
I Threshold Limit Values (TLV) si riferiscono alla concentrazione dell'inquinante in atmosfera e rappresentano la condizione per cui la maggior parte dei lavoratori esposta in modo continuo all'inquinante non sviluppa patologie.
I TLV si basano su informazioni provenienti da esperimenti industriali, da studi epidemiologici sull'uomo, da studi sperimentali su animali e, quando possibile dalla combinazione dei tre.
Sono previste tre categorie di TLV. Il TLV-TWA (Time Weighted Average) rappresenta la concentrazione media di inquinante ponderata nel tempo riferita ad una giornata lavorativa di 8 ore ed a una settimana di 40 ore a cui un lavoratore può essere esposto in modo continuo senza sviluppare patologie. Il TLV-STEL (Short Term Exposure Limit) rappresenta una concentrazione TWA di 15 minuti che non deve essere superata in qualsiasi momento durante la giornata lavorativa. Il TLV-C (Ceiling) rappresenta la concentrazione che non deve essere mai superata durante qualsiasi momento dell'attività lavorativa.
La notazione "cute" si riferisce alla possibilità di assorbimento dell'inquinante attraverso la via cutanea.
La notazione "sen" si riferisce al potenziale sensibilizzante dell'inquinante. L'assenza della notazione "sen" non implica necessariamente che l'agente non sia in grado di dare origine a sensibilizzazione ma indica la scarsità di informazioni e di evidenze scientifiche.
All'interno di questa sezione si riporta anche la classificazione di cancerogenicità attribuita dall'ACGIH che si basa sulle seguenti 5 classi:
A1: sostanze confermate come cancerogene per l'uomo
A2: sostanze sospette di essere cancerogene per l'uomo
A3: sostanze cancerogene per gli animali
A4: sostanze non classificabili come cancerogene per l'uomo;
A5: sostanze non sospette di essere cancerogene per l'uomo.
La definizione di ogni TLV si basa sugli effetti avversi che compaiono alla più bassa esposizione. Gli effetti critici sono indicati insieme ai TLV e forniscono una guida per valutare se gli effetti dei componenti di una miscela debbano essere considerati indipendenti o additivi. Di seguito si riportano le abbreviazioni utilizzate per gli effetti critici.
Valori Limite di Soglia (altri enti)
In questa sezione sono riportati i valori limiti di esposizione stabiliti dal National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) e dall' Occupational and Safety Health Administration (OSHA).
Si tratta rispettivamente dei Reccomended Exposure Level (REL) e dei Permissibile Exposure Level (PEL).
Nel caso in cui siano stati definiti, vengono riportati i limiti di riferimento della Comunità Europea e quelli sanciti dalla normativa italiana.
Se presenti si riportano anche i valori limite del Scientific Committee on Occupational Exposure Limits (SCOEL)
Indici Biologici di Esposizione (ACGIH)
In questa sezione sono riportati, quando definiti, gli IBE cioè gli Indici Biologici di Esposizione adottati dall'American Conference of Governmental Industrial Hygienists. Il monitoraggio dell'aria fornisce indicazioni circa la potenziale esposizione per inalazione di una sostanza da parte di un lavoratore; gli IBE rappresentano un indice dell'introduzione di tale sostanza nell'organismo e i valori del livello dell'indicatore biologico che è possibile riscontrare in campioni prelevati su lavoratori sani esposti a livelli di concentrazione nell'aria dell'ordine di grandezza dei TLV-TWA. L'indicatore per l'IBE può essere la stessa sostanza chimica, uno o più metaboliti, una caratteristica variazione biochimica reversibile indotta dalla sostanza. Nella maggior parte dei casi il campione per il monitoraggio biologico è l'urina, il sangue o l'aria espirata. Gli IBE si applicano ad esposizioni di 8 ore, per 5 giorni alla settimana. Non rappresentano linee rigide di demarcazione fra concentrazioni sicure e concentrazioni pericolose e non rappresentano un indice di tossicità; il loro utilizzo è destinato esclusivamente a igienisti industriali qualificati. (A)=con idrolisi Periodo di prelievo d.=durante f.=fine p.=prima s.l.=settimana lavorativa u.=ultimo t.=turno Notazioni SC=suscettibilità B=Livello di fondo (Background) NS=Non Specifico SQ=Semi Quantitativo NQ=Non Quantitativo
REGOLAMENTO REACH
REACH significa Registration, Evaluation, Authorisation of Chemical ed è l'acronimo usato dalla Comunità Europea per descrivere il nuovo sistema di regolamentazione delle sostanze chimiche entrato in vigore il 1 giugno 2007. L'obiettivo generale del Regolamento REACH è la creazione di un "sistema unico" ed efficace di gestione del rischio delle sostanze chimiche, attraverso:
ORGANO BERSAGLIO (e tipologie)
In questa sezione si riporta una sintesi dei dati disponibili per la valutazione di cancerogenicità dell'agente in esame. La fonte principale è costituita dalle Monografie pubblicate dall'Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro. Vengono riportati, se disponibili, gli esiti di studi caso-controllo e di coorte sui lavoratori esposti esaminati dalla IARC.
In assenza di studi sull'uomo sono riferiti gli esiti degli studi effettuati sugli animali da esperimento. Occorre specificare, a questo proposito, che nonostante non via sia certezza che una sostanza in grado di provocare tumore nell'animale sia in grado di svolgere la stessa azione anche nell'uomo, è biologicamente plausibile e prudente, in caso di sufficiente evidenza nell'animale, considerare un rischio di cancerogenicità anche per l'uomo.
Si precisa che ad alcuni agenti cancerogeni risulta possibile associare solo tipologie di tumori e non specifici organi bersaglio. Ad esempio i sarcomi dei tessuti molli per la diossina o i tumori del sistema emolinfopoietico per il benzene
GLOSSARIO
adenocarcinoma [adeno-; carcinoma] adenocarcinoma, glandular cancer, carcinoma adenomatosum Tumore maligno epiteliale che origina da un epitelio ghiandolare. È caratterizzato da tubuli e acini in parte privi di lume che ricordano la struttura della ghiandola da cui hanno origine e di cui presentano la funzione (per esempio secrezione di bile, di muco, ecc.). Quando invece il tumore cresce in forma di massa cellulare compatta, si parla di carcinoma solido
adenoma [aden(o)-; -oma] adenoma, adenoid tumor Tumore benigno formato da cellule organizzate in strutture ghiandolari. È dovuto a notevole proliferazione di cellule epiteliali con struttura e funzione che ricordano quelle della ghiandola da cui origina. È limitato da una capsula fibrosa. Quando prevale la componente epiteliale si parla di adenofibroma, quando prevale quella fibrosa di fibroadenoma.
angiosarcoma [angio-; sarcoma] angiosarcoma Sarcoma altamente maligno che origina dal connettivo vasale
cancro [gr. kancros = cancro, granchio] cancer Qualsiasi malattia dell'uomo e degli animali nella quale si ha una proliferazione incontrollata, irreversibile e progressiva di cellule anormali e irregolari (nelle dimensioni, nella forma, nella tinteggiatura e nel numero dei cromosomi) che porta alla formazione di una neoplasia maligna (tumore maligno, leucemia o linfoma). La crescita cancerosa invade e distrugge i tessuti adiacenti, metastatizza (localizzazioni secondarie) e porta ad esito in genere fatale se non viene sottoposta a trattamento terapeutico (chirurgico, chemioterapico, radioterapico). L'eziologia del cancro è complessa, ancora sconosciuta nei suoi dettagli, di tipo vario (fattori endogeni, come gli ormoni, ed esogeni come i virus, le radiazioni ionizzanti e le sostanze chimiche mutagene) e multifattoriale; i fattori oncogeni possono esercitare un'azione di iniziazione o di promozione della crescita neoplastica. La cancerogenesi sembra comunemente comprendere il cambiamento irreversibile del genoma cellulare. Le forme più comuni di cancro sono il carcinoma, il sarcoma, le leucemie e i linfomi.
carcinoma [gr. karkin(os) = granchio; -oma] carcinoma Qualsiasi tumore maligno originato da un tessuto epiteliale (epitelio di rivestimento o ghiandolare), organizzato in piani o strati. È la forma di cancro più frequente. Può essere più o meno differenziato; alcuni carcinomi presentano caratteristiche che ricordano quelle di normali strutture epiteliali. Sono tipici carcinomi l'epatocarcinoma e il carcinoma naso-faringeo
colangiocarcinoma [gr. chol(e) = bile; aggeion = vaso; carcinoma] cholangiocarcinoma, malignant colangioma Adenocarcinoma che trae origine dai dotti biliari. Si presenta con ittero ostruttivo quando coinvolge i dotti biliari di dimensioni maggiori.Sinonimi: colangioma maligno
emangiosarcoma [emangio(ma); sarcoma] hemangiosarcoma Sarcoma fortemente vascolarizzato, costituito da canalicoli ematici irregolari, tappezzati da cellule endoteliali atipiche. Si manifesta soprattutto nel fegato e nella milza. Può insorgere autonomamente o, raramente, su un angioma congenito
epatocarcinoma [gr. epar = fegato; carcinoma] hepatocarcinoma, hepatocellular carcinoma, hepatoma Tumore maligno, uni- o plurifocale del fegato, composto da cellule tumorali simili agli epatociti. Colpisce più frequentemente i soggetti adulti affetti da cirrosi epatica o da epatite cronica da HBV o HCV. Si manifesta con dolore addominale, perdita di peso, epatomegalia progressiva, associati ad anoressia, vomito, alterazioni dell'alvo (stipsi o diarrea) e debolezza. Sono talvolta presenti febbre, ascite e alterazioni cutanee (strie rosse). L'epatocarcinoma ha tendenza a invadere e ostruire le vene portale e sovraepatiche, causa metastasi al polmone e ai linfonodi regionali
epatoma [gr. epar = fegato; -oma] hepatoma 1 Qualsiasi tumore maligno primitivo del fegato. 2 Epatocarcinoma.
feocromocitoma [gr. faios = grigio; cromocit(a); -oma] pheochromocytoma, pheochromoblastoma, chromaffinoma Tumore per lo più benigno costituito da tessuto cromaffine. Si sviluppa generalmente all'interno della cavità addominale (nella parte midollare di una o ambedue le ghiandole surrenali e nei gangli simpatici para-aortici), pelvica (vescica urinaria) e raramente del torace. È caratterizzato da ipersecrezione di adrenalina e/o noradrenalina che provoca ipertensione continua o, in genere, parossistica, associata a palpitazioni, pallore, sudorazione, cefalea, tachicardia, malessere generale, ansia e tremori. È presente inoltre iperglicemia, glicosuria e un aumento del metabolismo basale con perdita di peso. Colpisce prevalentemente giovani tra 5 e 25 anni. È un tumore molto vascolarizzato, presenta una capsula, ha un peso che varia mediamente tra i 15 e i 100 g. Sezioni tumorali, esposte a sali di cromo, assumono un colore brunastro da cui i termini cromaffinoma e cellule cromaffini. Le crisi ipertensive possono complicarsi con emorragia intracerebrale, infarto miocardico e insufficienza cardiaca
fibroadenoma [lat. fibra = fibra; adenoma] fibroadenoma, adenoma fibrosum Tumore benigno costituito da tessuto fibroso e ghiandolare. È il tumore benigno pi' frequente della mammella e si presenta in forma di nodulo circoscritto a limiti netti, generalmente unico, di forma sferica e provvisto di capsula, localizzato abitualmente nel quadrante superiore esterno della mammella. È mobile rispetto ai piani muscolari profondi, al parenchima ghiandolare e alla cute soprastante. Aumenta di volume ed è dolente durante il periodo mestruale o nella gravidanza. Colpisce prevalentemente giovani donne (sotto i 30 anni).
fibroma [fibr(a); -oma] fibroma, fibrous tumor, fibroid tumor, fibrocellular tumor, desmocytoma Tumore benigno costituito da cellule del tessuto connettivo. Può essere di tipo "duro", quando prevale la componente fibrosa (collageno), o "molle", nel caso che prevalga la componente cellulare. Quando è associato a neoformazione di altri tessuti mesenchimali si parla a seconda dei casi di fibromioma o di fibrolipoma. I fibromi si possono riscontrare in molte sedi quali utero, ovaie, cute, stomaco, ecc.
leucemia [leuc(ocita)-; -emia] leukemia, leukaemia Qualsiasi neoplasia delle cellule del midollo osseo ad interessamento sistemico. Alcune forme di leucemie sono causate da virus, per altre è riconosciuta l'associazione con l'esposizione ad alcuni fattori ambientali come le radiazioni e particolari sostanze mutagene (benzolo, ecc.). Le leucemie sono sindromi mieloproliferative maligne caratterizzate da diffusa moltiplicazione di leucociti circolanti (cellule mieloidi, linfatiche o istiocitarie) e dei loro precursori, con accumulo in vari tessuti dell'organismo. Tale proliferazione è secondaria a processi primitivi a carico degli organi emopoietici (midollo osseo) che presentano iperplasia. Oltre alle alterazioni quantitative e qualitative dei globuli bianchi circolanti si accompagna a piastrinopenia, granulocitopenia ed eritropenia, con conseguenti anemia, infezioni ed emorragie.
mesotelioma [mesoteli(o); -oma] mesothelioma Tumore maligno che interessa i foglietti sierosi soprattutto la pleura e il peritoneo. Presenta una proliferazione invasiva di tipo sarcomatoso e quadri cellulari istologici che variano da un aspetto fusato o fibroblastico a uno adenomatoso. Il mesotelioma pleurico, fortemente associato a inalazione di polvere di asbesto (asbestosi), È un tumore voluminoso che si accresce coinvolgendo il polmone e il mediastino.
metastasi [gr. methistemi = io cambio posto] 1 metastasis , metastatic tumor, secondary tumor Diffusione per contiguità, per continuità o a distanza per via circolatoria, linfatica, ematica e liquorale, di un processo patologico, soprattutto neoplastico o infettivo (per esempio tubercolosi), in un punto dell'organismo lontano dal focolaio principale senza estinzione di quest'ultimo. 2 metastasis Formazione neoplastica maligna che si sviluppa in un tessuto distante dalla zona di localizzazione del tumore primitivo.
neoplasma [neo-; gr. plassein = formare] neoplasm, neoformation Nuovo tessuto cellulare derivante da un processo neoplastico. Il termine è usato per indicare un tumore benigno o maligno con tendenza invasiva e proliferativa
nodulo [lat. nodulus = piccolo nodo] 1 nodule, nodulus Piccolo nodo. 2 nodule Formazione solida, circoscritta, palpabile, intracutanea o rilevata sul piano cutaneo. Il nodulo pu' essere costituito da tessuto granulomatoso o tumorale e può evolvere verso un rammollimento, un'ulcerazione o un riassorbimento con esito in cicatrice.
papilloma [papill(a); -oma] 1 papilloma, cellular polyp, cellular polypus Piccolo tumore benigno della pelle (verruca o porro), delle membrane mucose e dei dotti ghiandolari. Il papilloma è costituito da cellule epiteliali e stroma connettivale, può essere sessile o peduncolato (polipo), o con processi digitiformi (papilloma villoso). Secondo la natura dell'epitelio interessato, si parla di papilloma a cellule squamose (presente su cute, lingua e laringe) e di papilloma a cellule di transizione (localizzato soprattutto sulla vescica). Inizialmente benigni, i papillomi possono talora evolvere lentamente verso la forma maligna. 2 papilloma Termine di uso comune per indicare neoplasie benigne delle mucose e della cute.
sarcoma [sarc(o)-; -oma] sarcoma Tumore maligno i cui elementi risultano più o meno indifferenziati, che si sviluppa nel tessuto connettivo. È generalmente un tumore a rapida diffusione con metastasi precoci e prognosi grave. Le numerose varietà di sarcomi dipendono dal tessuto colpito: tessuto fibroso (fibrosarcoma), osseo (osteosarcoma), cartilagineo (condrosarcoma), linfatico (linfoma), connettivo vascolare (angiosarcoma), connettivo adiposo (liposarcoma). Le forme più comuni sono i linfomi e gli angiosarcomi.
tumore [lat. tumor = rigonfiamento] tumor, tumour Massa anormale di tessuto che si forma all'interno di un tessuto normale. È causata dalla crescita incontrollata di cellule trasformate. I tumori si distinguono, dal punto di vista evolutivo e prognostico, in benigni e maligni. I primi crescono di solito lentamente, in masse compatte e isolate dal resto del tessuto sano. Presentano scarsa mitosi e sono composti da cellule che, per la loro organizzazione e il loro aspetto, sono strettamente simili alle cellule del tessuto di origine (tumori differenziati). Non hanno tendenza all'invasività, rimangono nella sede di insorgenza dove provocano dislocazione, compressione e atrofia delle strutture vicine, non si ripresentano dopo l'asportazione chirurgica, non provocano gravi danni di carattere generale all'organismo e non danno metastasi. I tumori si dicono maligni sulla base dei criteri di malignità: invasività e metastatizzazione; sono composti da cellule che variano notevolmente, nei loro aspetti istologici, dalla struttura del tessuto di origine fino a poter divenire indifferenziate o mal differenziate e presentare nuovi antigeni. I tumori maligni vengono distinti in base al tipo cellulare dal quale derivano: per esempio in sarcomi se di origine mesenchimale, carcinomi se di origine epiteliale e detti "a cellule squamose" oppure "adenocarcinomi" a seconda se istologicamente presentano cheratina o formazione di ghiandole. Le caratteristiche fondamentali dei tumori maligni sono l'invasività, l'infiltrazione, la distruzione dei tessuti limitrofi e la diffusione della neoplasia attraverso vasi linfatici e/o ematici in altre parti dell'organismo (metastasi). Per queste ragioni è difficile asportarli completamente e spesso si ripresentano dopo l'ablazione chirurgica. La rapida espansione in numerosi distretti dell'organismo provoca infine un progressivo decadimento delle condizioni generali organiche, fino a gravi stati di prostrazione (cachessia neoplastica). I fattori cancerogeni vengono distinti in iniziatori e promotori; hanno un'azione diretta oppure promotrice alcuni agenti fisici (come le radiazioni ionizzanti e la luce ultravioletta), molte sostanze chimiche esogene (come il benzopirene, le aflatossine, i composti arsenicali, l'asbesto), i virus (come i retrovirus). Vi sono inoltre fattori che predispongono alle neoplasie come la diversa suscettibilità dell'organismo che dipende dall'ereditariet', dal deficit immunitario, dalle lesioni precancerose, dalle turbe ormonali e metaboliche, dagli oncogeni e proto-oncogeni. Per il trattamento dei tumori si utilizzano singolarmente o in associazione la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia sulla base della stadiazione (staging) dell'estensione anatomica del tumore all'atto della terapia iniziale (per esempio sistema TNM, classificazione di Dukes).
DITTE E ADDETTI PER REGIONE
MATline permette, partendo dalle pagine interne, di visualizzare 2 istogrammi, uno con il numero di ditte per regione e uno con il numero di addetti di una singola lavorazione. È inoltre possibile, cliccando l'icona disponibile accanto ai nomi delle sostanze, visualizzare gli istogrammi con il numero di ditte e il numero di addetti relativi alla somma di tutte le lavorazioni in cui la specifica sostanza può essere presente. In entrambi i casi i dati che permettono di costruire gli istogrammi possono essere esportati in formato Excel. I dati sono forniti dall'INAIL (l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) e si riferiscono alle ditte assicurate nell'industria (e non nell'agricoltura e nell'artigianato) presenti sul territorio nazionale.
Meccanismo e finalità della validazione
Le informazioni contenute in MATline sulla presenza di sostanze cancerogene in specifiche attività lavorative derivano da fonti bibliografiche. Le sostanze considerate potrebbero non essere più in uso o essere utilizzate in realtà diverse da quelle descritte. È anche possibile che le fonti bibliografiche consultate non riportino tutte le lavorazioni in cui una sostanza cancerogena è realmente utilizzata. Diventa in questo caso di estremo interesse poter arricchire i dati bibliografici con quelli rilevati in azienda, contestualizzando peraltro l'uso di un determinato cancerogeno in una determinata regione e in determinato periodo.
Possono contribuire alla validazione di MATline gli operatori che si occupano di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, i medici del lavoro, le figure preposte alla sicurezza in azienda e, in generale, tutti coloro che sono in possesso di dati che accertino la presenza di una sostanza chimica all'interno di una specifica lavorazione. Una volta ottenute le credenziali di accesso, l'utente sarà guidato nell'inserimento di una serie di informazioni sulla sostanza, sull'attività lavorativa coinvolta, sui dati di campionamento eventualmente disponibili. Se la sostanza è presente in MATline, al termine della validazione e dopo un controllo di conformità da parte degli operatori DoRS, la scheda della specifica sostanza riporterà un'icona riconoscibile a fianco della specifica lavorazione collegata. Chi consulta MATline, cliccando su tale icona potrà verificare in quale regione, su quante aziende, in che anno e da quale ente è stata accertata la presenza di quella specifica sostanza.
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Aggiornamento delle informazioni
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