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Esposizione a diossine nell’industria del legno

Lo studio, pubblicato sul numero di dicembre della rivista “Epidemiologia e Prevenzione”, è uno dei pochi ad aver misurato l’esposizione a diossine fra i lavoratori di un comparto, quello del legno, generalmente non considerato a rischio per questa esposizione.

Le diossine possono generarsi durante la combustione del legno nella fase di raffreddamento quando la temperatura raggiunge un range compreso tra i 300 e i 500 gradi centigradi.  Sulla base di queste premesse è stato realizzato uno studio fra i lavoratori addetti alla manutenzione dell’impianto di riscaldamento di una falegnameria che usa scarti di lavorazione del legno.Dai risultati emerge che un’esposizione seppur a livelli molto bassi a diossine durante le operazioni di manutenzione, sostituzione dei filtri e  conduzione ordinaria dell’impianto è presente. Questa esposizione si somma a quella delle polveri di legno ampiamente documentata per questo settore.

Di seguito si riporta il riassunto dell’articolo. Il testo completo è disponibile per gli utilizzatori della Biblioteca Virtuale per la Salute – Piemonte (BVS-P), al seguente collegamento:

 http://www.bvspiemonte.it/opencms/opencms/it.step.opencms.bvsp/web/Home/

Industria del legno e diossine: studio prospettico su un caso di manutentori di caldaie a scarti di legno e trucioli

Riassunto

Obiettivi: verificare se in una falegnameria che utilizza gli scarti di lavorazione di legno, trattato e non, per far funzionare l’impianto di riscaldamento possa essere presente un’esposizione alle diossine in un determinato target di lavoratori.

Disegno: lo studio è stato strutturato a partire dall’analisi di fonti bibliografiche, studio sul campo delle operazioni più rilevanti, verifica dell’esposizione tramite campionamento. I risultati sono stati registrati, riportati in grafico, e confrontati con i dati a disposizione nella bibliografia.

Setting e partecipanti:  lo studio ha coinvolto addetti alla manutenzione del sistema di riscaldamento per mezzo di incenerimento degli scarti di produzione di falegnameria. Questi lavoratori sono stati informati su modalità e finalità del campione.

Principali misure di outcome: ne è risultata un’esposizione potenziale a ceneri contenenti diossine oltre che a polveri di legno, presumibile anche in altre situazioni assimilabili, in questo caso neppure valutata dal datore di lavoro.


Risultati: il dato medio di esposizione alle ceneri leggere durante le operazioni di sostituzione dei filtri a maniche dall’impianto di abbattimento delle polveri in fase emissiva è di circa 5 mg/m3, con una conseguente esposizione a diossine, stimata su fonte bibliografica, di circa 20 pg.
La successiva analisi delle diossine contenute nel campione di ceneri prelevato ha ridimensionato di molto questo dato, ma è fondamentale sottolineare che la variabilità della presenza di PCDD e PCDF è funzione della tipologia di scarto combusto. Anche nelle operazioni di manutenzione ordinaria e di conduzione dell’impianto viene apprezzata una certa esposizione alle polveri presenti nell’ambiente di lavoro: in questi casi tale esposizione risulta aggravata dal fatto che non vengono indossati dispositivi di protezione individuali facciali filtranti.

Conclusione: gli operatori risultano esposti a polveri di legno e diossine. Ciò implica che in alcune lavorazioni è di fondamentale importanza rivedere la valutazione dei rischi e, di conseguenza, le misure di prevenzione e tutela della salute da attivare.

Riferimento bibliografico 

Vitelli M, Paciaccioni D. Industria del legno e diossine: studio prospettico su un caso di manutentori di caldaie a scarti di legno e trucioli. Epidemiol Prev. 2014 Nov-Dec;38(6):379-82